Gli open badge sono il sale della formazione

La letteratura scientifica dimostra che gli open badge sono un importante elemento per la gamification della formazione, in grado di aumentare la motivazione all’apprendimento e di rendere più efficace l’intero processo formativo.

Nel mondo di oggi l’attenzione è la merce più preziosa che esista. Ha espresso questo concetto molto chiaramente Wilmot Reed Hastings Jr, Presidente e CEO di Netflix, quando ha detto che “il nostro principale competitor è il sonno”. Social network, video-giochi, serie TV, siti di e-commerce sono disponibili, sempre, ovunque, in abbondanza e spesso anche a un illusorio prezzo zero, con il solo scopo di attrarre la nostra attenzione. 

Delle distrazioni create da questi “ladri di attenzione” possono risentire vari ambiti della nostra vita. Uno di questi è di certo la formazione, a tutti i livelli, sia quella dei giovani studenti sia quella continua dei lavoratori. Considerata l’importanza che nella nostra economia hanno competenze e conoscenze, è quanto mai rischioso lasciare il singolo a contrastare i ladri di attenzione con la sola forza di volontà. Occorre aiutarlo, motivandolo.

Ogni individuo è motivato in modi differenti e per diverse ragioni. Tuttavia, la maggior parte delle persone è motivata dal riconoscimento dei suoi sforzi, in quanto ciò incide sull’autostima, cioè sul giudizio personale circa le proprie capacità di svolgere una certa attività. Al contrario,  se gli sforzi non sono riconosciuti, come meccanismo di difesa per mantenere comunque alta la stima di sé, l’individuo tende a perdere interesse verso le attività che non portano gratificazione. D’altronde, le neuroscienze (Daw e Shohamy, 2008) hanno dimostrato che la dopamina svolge un ruolo fondamentale sia nelle dinamiche motivazionali sia in quelle  di apprendimento: lo stesso neurotrasmettitore che viene rilasciato in presenza di stimoli che producono motivazione e ricompensa è alla base del meccanismo che porta alla formazione di nuovi ricordi.  Per questo, quando un individuo è motivato, le sue prestazioni cognitive aumentano notevolmente e cresce l’interesse a comprendere e approfondire gli argomenti.

Rendere concreti e visualizzabili i risultati è, quindi, un’importante leva motivazionale per l’apprendimento. Per questo, da tempo nella formazione è stata introdotta la cosiddetta gamification, cioè l’utilizzo di meccanismi propri delle attività ludiche col fine di motivare e ingaggiare i partecipanti. D’altronde, ad esempio, una ricerca sulla gamification applicata allo studio dei linguaggi di programmazione per computer (Krause, Mogalle e Pohl, 2015) ha mostrato che l’utilizzo di meccanismi ludici produce un incremento del 25% del tempo di conservazione dell’informazioni apprese e che, ricorrendo alla social gamification, tale percentuale sale al 50%; inoltre, l’indagine ha rilevato che nel 40% dei casi si registrano risultati migliori nei test di apprendimento. In pratica, la gamification consente di uscire dall’ambito della formazione passiva per raggiungere i livelli di apprendimento tipici di quella partecipativa.  

Una ricerca successiva (Elshiekh e Butgerit, 2017) ha poi recensito la letteratura sulla gamification, rilevando che, tra gli elementi ludici alla base di questa tipologia di studi, i più utilizzati sono l’assegnazione di punti e il rilascio di badge. E’ un risultato quanto mai attendibile se si considera che una recentissima pubblicazione (Swacha, 2021) ha evidenziato come la gamification della formazione sia una florida area di ricerca in tutto il mondo, con quasi 4.000 studi unici rilevati e con un numero di pubblicazioni in costante crescita negli ultimi sette anni.

D’altronde, i badge ben si prestano a creare quella metafora del gioco in grado di migliorare del 40% le capacità di apprendimento dei partecipanti agli eventi formativi (Giant, 2013). Infatti, il gioco aumenta l’impegno e la motivazione delle persone perché quest’ultime hanno famigliarità con esso e lo riconoscono quando incontrano delle sfide da superare o dei compiti da svolgere per raggiungere un obbiettivo prefissato ed ottenere un premio prestabilito, il badge appunto.

Gli open badge sono, quindi, in primo luogo, uno strumento di gamification a basso costo in grado di rendere il processo formativo divertente ed efficace. E, al tempo stesso, sono anche uno strumento di social gamification perché consentono, in maniera semplice, di condividere i risultati della formazione con i propri colleghi e superiori e via social network. 

 

Gli open badge sono, quindi, in primo luogo, uno strumento di gamification a basso costo in grado di rendere il processo formativo divertente ed efficace.

Tali caratteristiche hanno portato alla crescente diffusione dell’utilizzo degli open badge nella formazione, come comprovato dalla pubblicazione negli ultimi anni di centinaia di articoli scientifici dedicati ai distintivi digitali (Liyanag, Scalzavara e Williams, 2017). Peraltro, i badge sono utili non sono per i giovani studenti visto che una specifica indagine (Raish e Rimland, 2016) ha rilevato che il 95% di un campione di occupati si è  dichiarato non disinteressato a ricevere un badge digitale.

I badge, inoltre, sono così flessibili da permettere di creare differenti meccanismi di gamification. Possono essere organizzati in livelli, prevedendo distinzioni quali principiante, intermedio e avanzato oppure bronzo, argento e oro, in modo da consentire ai partecipanti di ottenere inizialmente un badge che li spinge a impegnarsi per raggiungere il livello di badge successivo. I badge, di norma, servono a fornire un feedback positivo; tuttavia, è possibile emettere, oltre a badge positivi, anche badge neutri, per chi si limita al “compitino”, e negativi, per scoraggiare i comportamenti indesiderati. I badge poi, oltre che a singoli individui, possono essere rilasciati a gruppi di persone: cosa che li rende anche più apprezzati e invoglia il gruppo a condividere, interagire e collaborare. Infine, i badge, se organizzati in mappe, consentono di tracciare i percorsi formativi, in modo da guidare la crescita delle competenze. Anzi, per ingaggiare al meglio i partecipanti, è possibile addirittura concordare con loro quando e quali badge saranno rilasciati nel corso del processo formativo.

In Italia gli open badge ancora non hanno raggiunto quella diffusione che hanno in altri Paesi, come testimonia anche la scarsità di pubblicazioni specifiche in argomento. Tuttavia, recenti disposizioni ministeriali li stanno introducendo nella formazione universitaria. Per questo motivo, si può sperare che a breve si diffonderanno anche nella formazione continua dei lavoratori, in modo da dare il loro contributo motivazionale a quell’accrescimento delle competenze e conoscenze della forza lavoro, di cui il Paese ha, in questo momento, particolare bisogno.

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